Gairo è un piccolo villaggio con meno di 1500 abitanti nella provincia di Nuoro in Ogliastra.
L’area in cui sorge il villaggio era abitata sin dai tempi nuragici.
Nel corso del Medioevo, Gairo appartenne al Giudicato di Cagliari fino alla caduta nel 1258, quando passò sotto il dominio pisano.
Nel 1324, dopo la sconfitta dei pisani, il controllo del villaggio passò alla corona d’Aragona. Gli Aragonesi, a partire dal 1363, incorporarono Gairo nella contea di Quirra assegnata da re d’Aragona a Berengario Carroz.
Gairo fu considerato un borgo della contea fino al 1603, quando fu elevato a marchesato e divenne feudo dei Centelles e successivamente degli Osorio de la Cueva. Nel 1839 fu liberato da quest’ultimi con l’abolizione del sistema feudale.
In tempi recenti, il nucleo storico di Gairo denominato “Gairo Vecchio” fu parzialmente distrutto da un’alluvione nel 1951 e abbandonato. Le nuove abitazioni furono costruite ad una quota più elevata rispetto all’originale borgo. Inoltre, si procedette alla ricostruzione lungo la costa dando origine al comune di Cardedu.
Il territorio di Gairo si estende dalle montagne del Gennargentu fino al mare offrendo paesaggi naturalistici mozzafiato.
Tra le attrazioni naturali più interessanti per gli amanti della natura si possono citare il Monte Perda Liana e la Grotta Taquisara, questa ultima visitabile in parte grazie ad un percorso turistico guidato.
Sulla costa è possibile visitare le spiagge di Su Sirboni e Coccorrocci insieme al Monte Ferru, noto per le sue suggestive vasche naturali chiamate “Piscinas“.
Nella zona montuosa è possibile avvistare cinghiali, volpi e mufloni, delle quali sono ancora presenti diverse decine di esemplari.
Nell’area circostante Gairo (vicino a Osini) si trova il nuraghe Serbissi situato a 964 metri sul livello del mare, costruito su una formazione naturale a terrazze.
Per gli appassionati di astronomia, è imperdibile una visita all’Osservatorio astronomico Ferdinando Caliumi.
Una delle tradizioni più importanti e peculiari è sicuramente il carnevale gairese: Su Maimulu. Questa celebrazione include l’antica rappresentazione della lotta tra il bene e il male presente in tutti i carnevali della Barbagia e dell’Ogliastra ma arricchito da figure uniche nel Carnevale di Gairo.
Un’altra caratteristica peculiare del carnevale gairese è la cosiddetta “questua”. Durante la festività carnevalesca viene trainato un carretto da due figure vestite da buoi (o stracci), trasulau e malandau. All’interno del carro c’è un grande pupazzo dalle fattezze umane chiamato “Santu Nanì” insieme ad un otre. Il carretto viene utilizzato per raccogliere le offerte della comunità per il Carnevale come vino, salumi, formaggi e dolci. Queste donazioni vengono appese ai balconi e gli maimulus devono guadagnarsele scalando grondaie o arrampicandosi sui balconi. Durante questo processo trasulau e malandau invitano la comunità ad offrire qualcosa con il classico grido ““Donai a buffai a Santu Nanì”(Date da bere a Santu Nanì)”.