Ghilarza (Ilàrtzi in sardo) è un comune italiano di 4420 abitanti della provincia di Oristano.Il paese è situato nella parte centro-occidentale della Sardegna, sul vasto altopiano di Abbasanta, che si estende ai piedi della catena del Marghine e del massiccio del Montiferru.Sono numerose le testimonianze archeologiche riconducibili all’epoca prenuragica e nuragica, fenicio-punica, romana e bizantina. Sin dall’epoca della dominazione romana, il territorio ghilarzese si trovava lungo la ‘Karalibus Turrem’, l’antica via utilizzata per viaggiare tra Cagliari e Porto Torres . Nel medioevo il territorio ghilarzese era compreso nella curatoria del Guilcer, appartenente al Giudicato di Arborea. Alla caduta del giudicato (1420) passò sotto il dominio aragonese e, compreso nella Incontrada di Parte Ocier Real, divenne più tardi un feudo regio. Venne riscattato agli ultimi feudatari nel 1839 con la soppressione del sistema feudale. Ghilarza è stata un importante centro culturale: già nel 1200 la scuola permetteva di conseguire i primi studi mentre nella metà dell’Ottocento si ebbe la fondazione del Circolo di Lettura e nei primi anni del Novecento del primo circolo femminile. Questo contesto culturale fu linfa vitale per giuristi, medici, militari, diplomatici, studiosi e letterati. Tra essi spicca Antonio Gramsci, il grande pensatore e uomo di cultura che a Ghilarza trascorse gli anni dell’infanzia e dell’adolescenza e da lì crebbe ai valori umani e sociali che sono a fondamento del suo pensiero. Negli anni sessanta, in pieno sviluppo economico, il paese vantava la più alta percentuale di laureati dell’Isola .Di notevole interesse artistico la chiesa di San Palmerio, realizzata nel XIII secolo in trachite bianca e nera in stile romanico-arcaico, e la Chiesa di San Pietro di Zuri. Nel territorio comunale sono presenti inoltre quattro piccoli villaggi, detti “novenari” in quanto occupati dai fedeli solo per nove giorni l’anno in occasione delle festività dei santi a cui sono dedicati. In ogni novenario è presente una chiesa. Sono:Il paese si caratterizza per le sue case in basalto. Lungo il corso si trova la casa museo, aperta al pubblico, di Antonio Gramsci, il fondatore del Partito Comunista Italiano (o più propriamente del Partito Comunista d’Italia).La torre aragonese del XV secolo.Secondo i dati ISTAT al 31 dicembre 2010 la popolazione straniera residente era di 116 persone. Le nazionalità maggiormente rappresentate in base alla loro percentuale sul totale della popolazione residente erano: *Marocco 59 1,26%Ghilarza possiede, come tutto il suo contado, una lingua che è tra le più ricche e antiche della Sardegna. Era il capoluogo di mandamento più settentrionale della vecchia provincia di Cagliari (oggi si trova in quella di Oristano) che confinava con quella di Sassari (oggi di Nuoro). Non fa parte né del Logudoro, né del Marghine, né di nessun’altra delle regioni confinanti. Non ha regione d’appartenenza. Il suo territorio è semplicemente chiamato: “il ghilarzese”. Il “parlare campidanese” lì termina e comincia quello logudorese. Il tutto con una dolcezza d’accento che lo differenzia dai due e ancor più dal vicino barbaricino. È pertanto il punto d’incontro di tre lingue e tre culture . La variante del sardo parlata a Ghilarza è comunque maggiormente riconducibile al logudorese centrale o comune.In origine fondata su un’economia di tipo agro-pastorale, dall’inizio del XX secolo si svilupparono rapidamente il commercio e il terziario. Ben presto la bravura degli scalpelli ghilarzesi superò i confini comunali, facendo di Ghilarza un punto di riferimento per l’edilizia sarda.