Gonnosfanadiga (SU)
Latitudine: 39.4967
Longitudine: 8.6626
Popolazione: 6480
Superficie: 125,19
Densitá: 51,76
Gonnosfanàdiga, paese nella provincia del Sub Sardegna, anticamente chiamato "Gonnos de Montannia", è diviso in due nuclei dal torrente Pìras:
Gònnos, inerpicato sulla montagna, con planimetria articolata in cellule, e Fanàdiga, in un’area piú pianeggiante, con disposizione radiale.
Il territorio risulta essere abitato sin dalla preistoria, gli studi fanno risalire al Neolitico antico le prime frequentazioni certe, avvenute tra il VI e il IV millennio a.C. nel territorio di Terra 'e Seddari e con almeno altri nove insediamenti di cui sono state ritrovate tracce.
In regione Pal'‘e Pardu, è ancora presente qualche resto di uno dei nuraghi più antichi dell'isola, o meglio di un Protonuraghe.
Due sono i principali monumenti di interesse storico presenti nel borgo: la parrocchiale di S. Barbara (con impianto basilicale a tre navate risalente al XVI-XVII sec., transetto e presbiterio settecenteschi) e la chiesa campestre di S. Severa (lungo una carrareccia fuori dall’abitato), con cupola all’incrocio dei bracci, circondata dal tradizionale portico.
Interessante la quantità e la storia dei pozzi pubblici, che sono davvero numerosi, a tutt'oggi se ne contano circa una cinquantina, ma molti di più erano in passato.
Rivestivano una grande importanza sia per il loro scopo principale di approvvigionamento idrico per il paese che per la non trascurabile funzione di punto di incontro e riunione della popolazione dei vari rioni. Tuttora numerose vie e rioni portano il nome derivato dal pozzo che insisteva nella zona.
Oggi hanno perso entrambe queste funzioni, di risorsa d'acqua e di ritrovo sociale ma ancora per i Gonnesi sono un importante punto di riferimento topografico e di memoria storica, oltre che essere un motivo di interesse architettonico e turistico.
Il territorio circostante, per larga parte ricoperto da una folta macchia di lecci, si presta a escursioni e trekking: al M. Cuccurèddus m 716; alla punta Perda de Sa Mesa m 1236, il picco più alto del Lìnas; alle rovine di Serru, villaggio distrutto nel ’500 da un assalto dei Barbareschi.